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Divisi et inpena
Cum panem et circenses - 2
Don Chisciotte


rifondazione   la nuova sinistra   sinistra critica   partito comunista dei lavoratori

Bene (sic) ora che l'elezione c'è stata e la sinistra è stata legnata, non rimane che fare i complimenti ai vari dirigenti che, al motto del “Divisi et inpena”, fino a questo punto l'hanno portata.

Da una parte i duri&puri che dopo aver perso le masse, non sono disposti a mollare simbolo e ideologia; dall'altra c'è invece chi vorrebbe Rifondare e, se pur disposto a trattare, oggi i ranghi preferisce serrare; da un'altra parte ancora, quelli che pensano sia venuto il momento di superare simboli e ideologie, ma non si capisce bene con quali strategie; non vanno poi dimenticati i transfughi e migranti che in mancanza di certezze, pur di non perdere il momento, si accontentano, loro malgrado, del populismo, anche quello più sfrenato.
Bene (sic) ma la sinistra non è tutta qui.
La sinistra è così brava che si è dispersa anche per altra strada. Quella dell'astensione, o si, che forte emozione. Se ne sente ancora l'eco:”… questa volta non mi fregano, io non li voto più, così vanno a testa in giù …” dice il saggio che si astiene, appeso a un ramo per un piede. Poi ci sono quelli che pur di criticare si farebbero impiccare; quelli per i quali piccolo è bello, come una volta il mottarello; quelli che se non sei all'opposizione o sei una spia o della polizia; quelli per i quali la mediazione è sinonimo di masturbazione; quelli che se non sono i primi della classe, non frequentano le masse; quelli che …
Troppo forte questa sinistra, non solo trina, ma una&decina, ventina, trentina … insuperabile questa sinistra, come i pokemon ha mille vite, e che importa se invece di acquistare forza, si trasforma in una pletora di nanetti sempre più inetti, tanto … c'è posto per tutti, belli e brutti.
Bene (sic), ora però mi si consenta una domanda: dopo tutta questa distruzione, divisione, dilapidazione e flagellazione, non è che a qualcuno di lor signori sinistrati sovviene il dubbio che forse la strada da imboccare è quella della costruzione, unione, arricchimento, condivisione e motivazione? Magari guardando al domani con fiducia e dando a molti la speranza che si abbia intenzione di cambiare danza?
Tanto per cominciare propongo di fare un bel botto e di cambiare il motto, non più “Divisi et inpena”, ma “Solidali et condivisi”… e tutti quanti… su coi sorrisi.

Con i miei migliori auguri per tempi ben più maturi.

Don Chisciotte

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  11 giugno 2009